à jour! Psychotherapie-Berufsentwicklung 8 (16) 2022 52–53
https://doi.org/10.30820/2504-5199-2022-2-52
Quali sono state le tue motivazioni per scegliere la professione di psicoterapeuta?
Credo che l’incontro con la filosofia prima e la psicologia poi, con il prof. Zambelloni presso il liceo di Mendrisio, siano stati le prime indicazioni di quale fosse la mia strada. Infatti come molti adolescenti, non avevo molto chiaro quale potesse essere il mio percorso in piena adolescenza. Successivamente è stato l’incontro con Paolo Quattrini e Paolo Baiocchi, entrambi direttori di una scuola di specializzazione di Gestalt che hanno reso concreto il mio percorso e la scelta della specializzazione. A volte sono proprio gli incontri fortunati con i maestri che ci permettono di capire la nostra strada e mi ritengo di essere molto fortunata in questo.
Qual è il tuo background professionale/carriera?
Terminata l’Università, ho avuto la possibilità di diventare cultore di materia e sono rimasta per il periodo di Tirocinio dove ho avuto la possibilità di fare ricerca, seguire le tesi, fare da assistente per gli esami. E’ stato un periodo molto intenso. In seguito ho avuto l’opportunità di entrare in una società di consulenza, grazie al mio lavoro di tesi sull’empowerment e da lì anche in molte multinazionali all’interno della direzione risorse umane. Con questa esperienza ho avuto modo di viaggiare per tutta Europa nell’ambito della formazione, selezione e coaching. Dopo una decina di anni ho preferito cambiare la mia carriera e iniziare una scuola di specializzazione di Gestalt a Firenze, da Paolo Quattrini. Ho avuto modo di effettuare diversi Tirocini in strutture di riabilitazione psichiatrica adolescenziale, consultori familiari e presso la scuola di psicoterapia. Ho effettuato una ulteriore specializzazione in Gestalt Play Therapy dove sono anche Pratictioner, quindi una specializzazione in traumatologia in EMDR e PIR e anche un altro master nelle 12 meditazioni, dove sono Ambassador di questo metodo. In futuro mi piacerebbe aprire una scuola di psicoterapia di orientamento Gestalt a Lugano e per questo invito coloro che fossero interessati a contattarmi.
Lavori come psicoterapeuta autonoma in uno studio privato e/o sei (eventualmente anche) attiva come psicoterapeuta delegata?
Fin da subito ho esercitato come psicoterapeuta autonoma perché ritengo possa essere un modo per gli psicoterapeuti di continuare il proprio sviluppo personale rimanendo in contatto con metodologie, tecniche innovative. Inoltre la diffusione sul territorio di questo tipo di strutture permette di offrire capillarmente l’accesso alla psicoterapia.
C’è un’altra professione, un’altra occupazione che fai oltre alla psicoterapia?
Sì, sono anche responsabile del sito per una fondazione di aiuto e sostegno per i bambini e giovani a livello nazionale dove gestisco una ventina di consulenti. Credo che il fatto di essere psicoterapeuta possa dare un contributo attivo per la prevenzione primaria, secondaria e terziaria che viene fatta all’interno di questo servizio.
Qual è la tua specializzazione?
Nel tempo mi sono specializzata in traumatologia per adulti, bambini e ragazzi. Mi occupo di problemi esistenziali, disturbi dell’umore, di personalità, lutti complessi, disturbi ossessivo-compulsivi, ansia, panico, crisi esistenziali, dipendenze da gioco, shopping, social media, depressione post partum, fobie, forme di stress post traumatico, problemi di autostima, sostegno alla genitorialità e ai percorsi adottivi, dipendenze affettive, abusi, dissociazioni, disturbi del comportamento e disturbi dello sviluppo evolutivo.
Ti senti soddisfatta della tua situazione professionale?
Dedicando molto tempo alla supervisione e alla mia formazione, credo che questo mi permetta di mantenere alta la mia curiosità intellettuale e la possibilità di incontrare nuovi e stimolanti maestri sul mio cammino, di sperimentare su di me nuove metodologie e tecniche per poterle così offrire ai miei pazienti. La gestalt parte dall’esperienza e poi la trasforma in fenomeno ponendo in essere il sentire dell’esperienza come primo canale di sviluppo della consapevolezza.
C’è qualcosa che vorresti vedere cambiare?
Mi piacerebbe che fosse possibile un accesso alla psicoterapia più agile soprattutto per i minori. Dopo la pandemia, parecchi ragazzi si sono resi conto di forme più o meno grave di disagio, malessere e spesso non hanno trovato un accoglienza presso i genitori e la possibilità di iniziare un intervento precoce. Sarebbe bello poter offrire alla generazione zeta, così sensibile alla propria salute mentale, degli slot di cicli di terapia, in modo che possano potersene occupare al di là dell’aspetto economico.
Cos’altro vorresti dalla tua associazione ASP?
Sarebbe bello offrire più servizi per aprire spazi privati di psicoterapia sul versante di consulenza e sostegno. I primi anni sono piuttosto difficili e forse potrebbe essere utile avere un riferimento in questo senso. Non solo per chi comincia ma per chiunque voglia aprire uno studio di psicoterapia. Ci sono molte competenze che è necessario imparare dalla promozione, dalla gestione economica, dalla possibilità di avere conoscenza del know how che è necessario per riuscire in tale impresa specie per gli studi condivisi o associati che sono delle piccole imprese e come tali bisogna imparare come gestirle in maniera proficua.
Ti senti rappresentata e apprezzata nella tua associazione professionale ASP?
Mi è piaciuto molto la posizione forte che ASP ha preso per l’implementazione del nuovo modello di psicoterapia e anche della comunicazione dei webinar che ha fatto. Mi è sembrato un momento importante anche per prendere coscienza del ruolo dell’associazione.
Quale sarebbe il tuo obiettivo se fossi nel consiglio di amministrazione dell’ASP?
Forse mi starebbe a cuore promuovere una cultura della salute mentale e implementare dei programmi di sensibilizzazione su cosa fare nel caso ad esempio ci si accorga di un figlio con pensieri suicidi o nel caso in cui un figlio si accorga di un genitore con problemi psichici. Mi sembra che la società tenda a nascondere il problema invece di andare alla ricerca di una soluzione o di uno psicoterapeuta professionale.
C’è un ufficio nell’ASP che desideri vedere?
Forse uno sulla promozione della salute mentale persso i giovani, con la possibilità di aiutare l’accesso ad una psicoterapia facilitata e finanziata sul territorio grazie ad un metwork di professionisti.
Come sarebbe la situazione desiderata nel dato ambiente politico per psicoterapeuti?
Sarebbe bello un aperto sostegno alla presa a carico della salute mentale alla pari delle altre forme di cura esistenti in modo da uscire una volta per tutte dallo stigma e dalla vergogna. In questo mi pare che le nuove generazioni siano davvero più propense a anche attive ad affrontare i problemi apertamente e senza remore.
Qual è la tua visione nella tua vita professionale quotidiana?
Mi piacerebbe che ci fosse una facilità di trovare il professionista adatto alle proprie problematiche e che non ci fosse un solo orientamento sponsorizzato ma che ci fosse la coesistenza di più orientamenti. Maggior fluidità e sensibilità : a volte ho l’impressione che il disturbo patologico venga vissuto come l’entrata in un incubo senza fine. Invece credo che sia possibile guarire dalla propria patologia attraverso una buona psicoterapia. Mi piacerebbe che questa esperienza divenisse comune tra i miei colleghi e che il prima e dopo una terapia lasciasse nella vita di una persona un passaggio evolutivo importante verso il benessere.
L’intervista è stata condotta per iscritto da Peter Schulthess.
Mara Foppoli è psicoterapeuta ASP, Gestalt, EMDR pratictioner, Gestalt Play Therapy, 12 meditazioni ambassador. Membro dell’ASP dal 2014. Attiva come psicoterapeuta indipendente.
E-Mail: marafoppoli@gmail.com