Attualità dalla Svizzera italiana

Nicola Gianinazzi

à jour! Psychotherapie-Berufsentwicklung 9 (18) 2023 51–51

https://doi.org/10.30820/2504-5199-2023-2-51

L’estate è continuata occupandoci del Modello su Prescrizione (MsP) come ormai ci stiamo abituando da qualche anno a questa parte. Il sottoscritto come molte colleghe e colleghi sta prendendo sempre più consapevolezza del fatto che questi cambiamenti non sono meramente amministrativi, ma che comportano e comporteranno modifiche rilevanti nelle nostre procedure professionali e nella coscienza stessa del nostro lavoro, sia da parte del terapeuta che dei suoi pazienti.

Del resto la lettura di questi elementi non può evitarci di associarli alla pratica psichiatrica e della «psicoterapia delegata», pratiche che soprattutto gli indipendenti finora avevano sperimentato meno. Ritengo siano riflessioni critiche importanti che non dovrebbero però portarci a conclusioni affrettate né in senso solo positivo, né troppo negativo. Infine il tutto si inserisce – ora con una piena appartenenza – negli sviluppi del Sistema Sanitario Nazionale e nelle tendenze clinico-accademiche.

Con l’estate infine molti di noi sono giunti sulla sponda delle «schede di accompagnamento» da compilare dopo la trentesima seduta, e ci stiamo accorgendo di quanto la procedura risulti macchinosa e ridondante, oltre a metterci nel ruolo di «assistenti amministrativi» di più colleghe e colleghi medici, ognuno con le sue modalità gestionali e cliniche: una sfida non indifferente che speriamo tutti venga a breve alleggerita.

Oltreconfine

Vi segnalo due significative sintesi di contributi del collega italiano Rolando Ciofi su temi altamente attuali giuridici-deontologici e di politica professionale che animano il panorama psicoterapeutico in Italia:

«In questi ultimi tempi però ho avuto l’impressione che la cosa stesse degenerando. Degenerando nel senso che il discutibile attacco a Foti stesse diventando tout court un attacco alla psicologia professionale. […]

Mi sono fatto l’idea, questa la mia conclusione, che ci troviamo a doverci confrontare con una deriva antiscientifica che mette in pericolo l’esigenza di migliaia di operatori che hanno bisogno di svolgere la propria attività in condizioni di serenità, e migliaia di pazienti che hanno bisogno di credere in una prassi clinica affidabile, governata dallo scrupoloso rispetto delle conquiste della scienza e della professione.

Sta passando l’idea che la magistratura possa sentenziare la iatrogenicità di una psicoterapia sostanzialmente accusandoti (ed eventualmente condannandoti) per avere ingenerato tu quel disturbo che per tuo ruolo e professione sei stato chiamato a curare» (Newsletter di R. Ciofi, nr. 111, marzo 2023).

In «chiusura di redazione» possiamo aggiornare proprio il caso-Foti con il ribaltamento della sentenza di prima istanza e le ricadute che gli faranno da corollario in ambito psico-sociale-educativo.1

Infine l’istituzione di un servizio psicologico primario integrato al Servizio Sanitario Nazionale:

«La scorsa settimana è stata illustrata alla Camera dei Deputati la proposta di legge ‹Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale›. Si tratta di una iniziativa pregevole anche se ancora informe (sul corso propedeutico sono piuttosto perplesso, un altro vulnus è la indefinitezza contrattuale, si dice solo che questi aspetti anche economici verranno regolamentati entro tre anni). Il lato positivo è che si cerca di dare una cornice nazionale alle varie e spesso discutibili leggi regionali e che per la prima volta si apre agli psicologi non psicoterapeuti una strada di accesso al Servizio Sanitario Nazionale» (Newsletter di R. Ciofi, nr. 112, maggio 2023).

Nicola Gianinazzi è membro di comitato e delegato per la Svizzera italiana.